Re Giorgio VI, padre della Regina Elisabetta II, è un illustre esempio di carisma, non solo reale ma anche atipico rispetto all'idea comune che si ha del magnetismo personale.
Sebbene sia morto a soli 56 anni, Re Giorgio ha lasciato un impronta indelebile nella storia dei reali inglesi e nello stile di regno di sua figlia Elisabetta.
Un re timido, introverso e balbuziente
Di lui sappiamo del suo carattere timido, delle sue gravi balbuzie, del suo essere estremamente riservato e di come il fatto stesso diventare re sarebbe stata l'ultima delle sue ambizioni. Eppure gli toccò, vista l'abdicazione di suo fratello maggiore David, al secolo Enrico VIII.
Albert - questo era il vero nome di Giorgio VI - succedette a suo padre Giorgio V in un periodo storico molto delicato, con l'ascesa di Hitler al comando e i fatti storici della seconda guerra mondiale. E con l'arrivo della radio, motivo che aumentò di molto il suo livello di stress, essendo lui un grande balbuziente e dovendo confrontarsi, con questa invenzione, ad un'esposizione mediatica fino ad allora sconosciuta.
Il senso dell'impegno
Eppure, sapendo che il suo primo compito era quello di servire degnamente la nazione, notevole fu l'impegno di Albert nel superare le balbuzie, grazie anche all'immenso supporto della consorte, Elisabetta la Regina Madre.
Di temperamento mite, molto legato ai valori della famiglia, sappiamo che seppe essere di grande supporto a Winston Churchill in un tempo storico molto buio.
Sebbene i loro temperamenti fossero molto diversi, se non opposti, essi trovarono il modo di andare d'accordo, in nome di un ideale più grande: la pace.
Coerenza di ruolo, di pensiero e di comportamento
Re esemplare, voleva, lui per primo, essere di esempio e dare il buon esempio ai suoi sudditi. Stando fra la sua gente, ascoltandola, andando a visitare lui per primo i luoghi bombardati, scegliendo di non scappare nei momenti più critici del conflitto mondiale ma resistendo assieme al suo popolo.
Così come chiedeva al regno di razionare le provviste, lui stesso si assicurava che anche a Buckingham Palace le risorse fossero razionate (si narra che controllasse personalmente che le acque della vasche da bagno di palazzo non superassero un certo livello, onde evitare inutili sprechi), atteggiamento parsimonioso ereditato dall'attuale regina, sua figlia.
Lungi dall'essere chiassoso, appariscente ed egomaniaco come suo fratello David, Albert aveva il dono di esserci con la sua pacatezza, con il suo essere riservato e con il suo fortissimo senso del dovere, della patria, della vicinanza ad ogni essere umano pur nella sua grandiosa nobiltà e regalità.
Per approfondire il tema del carisma nelle sue molteplici sfaccettature, ti invito a leggere il mio libro Il Potere del Carisma.
Comments